Il Trend Passato del Whisky Raro

Trend passato whisky raro

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Aquavitae”: letteralmente tradotto dal latino acqua di vita, cioè acqua che incorpora la vita stessa, e la cede e conferisce a chi ne beve. Il whisky è, tecnicamente parlando, proprio una acquavite di cereali. Ma esistono whiskey e… whisky! Nei secondi convenzionalmente si fanno ricadere quei distillati ricercati e di maggiore qualità (e indisponibilità -ndr). Il whisky raro è stato sempre considerato una riserva di valore gelosamente custodito tra le famiglie più abbienti, ma anche un prodotto destinato al consumo durante eventi di particolare prestigio, estremamente ambito in varie epoche storiche in tutto il mondo. Vediamo come la storia ci ha insegnato a venerare sempre più il prezioso liquido contenuto in poche ma ambitissime bottiglie.

La nascita dell’interesse attorno al whisky

Per comprendere come mai l’essere umano apprezzi le bottiglie di whisky raro a tal punto da attribuirne un valore sempre crescente, ci è d’aiuto qualche cenno storico, che fa documentalmente risalire la creazione di un distillato a base di cereali al 1494, in Scozia. Questo non è prova che prima di tale data non esistesse affatto quello che oggi chiamiamo whisky, ma se non altro ci aiuta a sancire un “punto zero” concettuale a partire dal quale poter comprendere le ragioni di questo interesse universalmente riconosciuto verso i whisky pregiati.

Abu Musa Jabir ibn Hayyan (721-815 DC) è stato l’inventore della distillazione, grazie alla creazione del primo alambicco di cui si abbia traccia storica. Al principio “lo spirito” così ricavato veniva utilizzato come combustibile o come sostanza medicinale. In seguito si scoprì la commestibilità degli alcoli ottenuti utilizzando determinate materie prime.

Facciamo ancora un grosso passo indietro, cioè ai tempi dei Persiani (1000 A.C.): la ricerca della “quintessenza”, cioè di un quinto elemento dopo acqua, aria, terra e fuoco. Questo elemento è con buona approssimazione (sebbene non vi sia certezza assoluta nel merito) traducibile biblicamente come Spirito, l’energia che l’uomo guida e che egli non può comprendere, né razionalmente spiegare, che ha dato origine alle cose del Creato e che regolano i quattro elementi sopracitati, nonché le anime degli esseri viventi, nella loro coesistenza in Natura ed interazione.

Dato questo preambolo alquanto spirituale, possiamo comprendere perché questo prezioso liquido sia sempre stato oggetto di osservazione nelle varie fasi di maturazione, di gelosa cura e di una certa venerazione da parte di casati nobiliari che li passavano in eredità, di collezionisti facoltosi e di nuovi ricchi. L’appeal di bene “raro” ha reso il whisky di pregio un vero e proprio bene rifugio, scevro dalle influenze di eventi geopolitici e crisi economico-finanziarie.

Il whisky di pregio deve il proprio appeal al distillato più scadente?

E’ storicamente certo che diversi moti civili e criminali si siano consumati attorno alla bevanda alcolica più ambita nel vecchio e nel nuovo mondo, sin dal diciottesimo secolo, da quando, cioè, scozzesi ed irlandesi, stabilitisi permanentemente sul territorio di quelli che in futuro sarebbero diventati gli Stati Uniti d’America, instaurarono la produzione di whisky in quei territori fino ad allora digiuni anche della sola esistenza di un distillato del genere. Così i governi, notando il crescente consumo di questo alcolico, tentarono a più riprese, poi riuscendoci, di porre l’obolo del monopolio di Stato. Questo creò nei secoli a venire, culminando negli anni 20 del Novecento, conflittualità e guerre vere e proprie sul campo tra produttori e agenti di governo, con derive sanguinose.

In questo clima di tensione e violenza, fiorivano le attività illecite gestite dalle famiglie malavitose, forti dei loro collegamenti che, dai sobborghi inglese consentivano di far transitare illegalmente partite di whiskey anche molto scadente, per il tramite del ponte Irlanda-Canada, attraverso cui l’alcol veniva distribuito capillarmente e clandestinamente in tutto il territorio dell’America settentrionale.

Naturalmente, anche nell’acquavite di cereali (alias il whisky) vi erano divisioni gerarchiche tra chi poteva permettersi il prodotto di alta qualità, financo il più ricercato e raro, ed il prodotto destinato alla classe operaia ed in genere agli indigenti.

L’era a cavallo del proibizionismo (ca. 1900-1920) ha visto una vera e propria guerriglia tra governi e contrabbandieri di alcolici provenienti da Scozia ed Irlanda, che attraverso il Canada erano in grado di approvvigionare di whisky,rum e gin l’intera area delle Americhe settentrionali

In poche parole, così come non può esistere il bene senza il male, nella medesima guisa il whiskey di contrabbando ha fatto in modo che le qualità organolettiche ed economiche del whisky di pregio venissero nel tempo esaltate.

Ma se un tempo il whisky raro era solo un elemento distintivo dell’appartenenza alle classi sociali più abbienti, dunque in poche parole uno status symbol, nel tempo si è scoperta l’attitudine del distillato di conservare ed accrescere il valore, grazie alla costante riduzione delle bottiglie disponibili.

Non solo: l’investimento in collezioni di whisky di pregio dava (e da tutt’ora, ndr) la certezza di possedere materialmente l’oggetto nel quale il proprio denaro investito era incorporato, e per renderlo denaro contante, era sufficiente metterlo sul mercato.

Ecco cosa ha fatto guadagnare al whisky raro il proprio posto di diritto di bene rifugio, accanto ai preziosi, altro asset sul quale le famiglie hanno sempre teso a destinare un “tesoretto” per il prestigio, ma anche per casi di estrema riserva di valore in caso di guerre o di gravi eventi finanziari e monetari.

Il whisky raro, oggi

E’ curioso come un prodotto di così antiche origini stia diventando un benchmark tra gli investimenti più decorrelati al mercato finanziario, proprio in un’era di criptovalute, di NFT, e di una serie di nuovi sforzi per creare strumenti di investimento non legati agli eventi geopolitici o anzi, molto spesso, con un comportamento market contrarian: più gli asset tradizionali (bond, azionario, valutario) si svalutano, più quelli “rifugio” mantengono ed accrescono il loro valore ed appeal. Come abbiamo già anticipato nel paragrafo precedente, la peculiarità della proprietà del bene, rende le bottiglie di distillati di pregio un investimento assolutamente blindato e sicuro. Tanto sicuro che l’operazione di creazione del profitto si traduce, materialmente, in una vera e propria compravendita. Niente piattaforme di trading con operatori robotizzati o, quando umani, spesso opachi nella condotta e nell’operatività; niente intermediazione di istituti bancari con doppi fini. Solo abilità nel comprare bene e rivendere altrettanto bene. Paradossalmente, oggigiorno le società di investimenti che hanno destinato fondi consistenti alle collezioni di distillati rari sono sempre di più, il che aumenta la “fame di mercato” delle bottiglie più rare ed esclusive, che in tal modo diventano ancora meno reperibili e, dunque, più costose. Come ogni investimento, è necessario avere conoscenza delle etichette e delle distillerie più richieste, conoscere i tempi di entrata (acquisto) e di uscita (rivendita o liquidazione) delle proprie collezioni, ed è per tale motivo che The Spirits Club offre ai suoi clienti investitori la propria organizzazione e la qualifica dei propri portfolio managers.

Semplici collezioni private o patrimoni investiti? Una collezione in distillati rari rappresenta un vero e proprio asset rifugio oggigiorno più che mai, essendo quella odierna un’era in cui il valore economico fluisce in maniera estremamente liquida, tanto da essere talvolta inafferrabile. L’unico modo per farlo è, dunque, incorporarlo in un bene fisico prezioso ed ambito.

Viviamo in una fase di rampante crescita della domanda di bottiglie di whisky di pregio, e questo è dovuto anche e soprattutto all’interesse da parte di Paesi prima estranei a questo asset (sebbene le radici storiche della distillazione ci portino proprio in queste terre, sin dal 7000 A.C.), come India e Cina, che assieme hanno ormai superato il fabbisogno di distillati rari degli Stati Uniti d’America, da sempre il mercato più grande in volume d’ affari per quanto riguarda i whisky da collezione. Più aumenta la domanda di bottiglie di distillati rari, più le quotazioni di tali bottiglie crescerà.

Non esistono elementi che possano permettere una inversione di tendenza, poiché il prezzo di un dato bene può calare solo qualora aumentasse la disponibilità del bene stesso sul mercato, e la prerogativa principale del whisky di pregio è, appunto la sua rarità. E ciò basta a porre un sigillo definitivo sul calo dei prezzi di questi veri e propri strumenti di investimento, oltreché beni di culto per gli appassionati.

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