Il vocabolo “asset” viene così testualmente definito dal dizionario Treccani: “termine inglese che indica, in senso molto ampio, ogni entità materiale o immateriale suscettibile di valutazione economica per un certo soggetto. In assenza di una classificazione soddisfacente, si può ricorrere alla distinzione classica fra attività materiali e immateriali”. In questa sede ci focalizzeremo sulle attività materiali che rientrano nella definizione suddetta, attività altresì note come tangible asset, esplorandone le differenze rispetto ai contraltari, ossia gli asset immateriali (non-tangible).
Scegliere un tangible asset o un prodotto finanziario tradizionale?
Nel momento in cui ci si trovi a scegliere dove allocare i propri capitali, è necessario rispondere ad una serie di domande, tra le quali: abbiamo altri capitali già investiti, e dove? Quanta fiducia abbiamo nei mercati finanziari? Qual è la nostra esperienza negli investimenti immateriali? Conosciamo la differenza tra un titolo azionario ed uno obbligazionario? Sappiamo cosa sia un cross di valute? Conosciamo la differenza tra un contratto future ed un CFD? Conosciamo i costi espliciti e quelli nascosti del detenere una posizione aperta per più settimane o mesi su uno di questi prodotti finanziari?
Se risposte esaustive esitano ad arrivare alle domande suindicate, significa che la vostra esperienza in ambito finanziario è poca, e dunque siete potenzialmente esposti a grossi rischi di perdita di parte o dell’intero capitale, qualora investiate in prodotti finanziari di una certa complessità; oppure che abbiate già avuto esperienze non lusinghiere in campo, e preferite pensare a qualcosa di più… concreto.
Figura 1: i prodotti finanziari puri, rappresentati da indici che replicano o anticipano l’andamento di un sottostante (cross di valute nel caso dei prodotti del mercato FOREX, materie prime nel caso di prodotti quotati nel CME, opzioni o obbligazioni, eccetera) sono esposti a rischi geopolitici e strettamente correlati tra loro, ecco perché è indispensabile avere una quota di capitale investita in beni fisici che possano garantire la concretezza della piena proprietà dello “strumento” sul quale riporre le proprie aspettative di profitto.
Ecco che le attività materiali (o tangible asset) vengono in soccorso dell’investitore che cerca sicurezze nel momento in cui alloca il proprio capitale a rendimento futuro.
Tra i tangible asset rientrano certamente tutti i beni preziosi, a cominciare dai metalli (oro e platino, in primis), per continuare con i minerali (tra i quali i diamanti sono quelli più preziosi), per finire con i beni da collezione (autovetture, articoli di filatelia, opere d’arte, monete, orologi, eccetera).
Molti di questi beni, purtroppo, sono stati “beni di moda”, nel senso che hanno avuto il loro eco soltanto in un arco temporale predefinito, perdendo via via nel corso tempo il loro prestigio, nonché il loro valore. Tra i beni che non sono stati solo un must del momento, rientrano senza dubbio le bottiglie di distillati rari, beni prodotti in tiratura limitata e limitatissima (serie che contemplano fino ad un massimo di 400 pezzi in tutto il mondo). Queste bottiglie hanno la caratteristica di essere sia beni “consumabili”, in quanto i liquidi in esse contenuti sono edibili, sia attività remunerative in grado di garantire il valore iniziale di acquisto e ritorni a due cifre nel medio e breve termine.
Figura 2: Ecco un esempio di ritorno in valore dell’acquisto e successiva rivendita di bottiglie di distillati rari: +58,5% in 16 mesi. Il tutto avendo la proprietà di un bene fisico di limitata reperibilità.
Modelli di investimento: prudente, bilanciato e dinamico
Esistono fondamentalmente tre modelli di investimento, che delineano le finalità e il “temperamento” dell’investitore.
Se costui vuole semplicemente conservare il valore del proprio capitale, sarà indicato un modello di investimento prudente che, a fronte di una remuneratività limitata, solitamente a ridosso del tasso di inflazione corrente, espone l’investitore a rischi di perdita di parte o di tutto il capitale estremamente contenuti.
Per questa finalità si ricorre di solito al comparto obbligazionario, nello specifico a buoni del debito governativo dei Paesi con il più alto indice di solvibilità. Da questo modello di investimento ci si attenderà di proteggere il proprio capitale dalla inevitabile erosione costituita della perdita di valore del denaro, e nulla di più.
Per chi voglia realizzare profitti maggiori, benché non esponendosi, tuttavia, ai rischi di perdita del capitale tipici dei prodotti più volatili e con una leva elevata, esistono i cosiddetti modelli “bilanciati”, in cui il capitale da investirsi verrà allocato in un mix di attività azionarie, obbligazionarie, ed occasionalmente valutarie, queste ultime adottate al solo scopo di “cappare” le perdite potenziali dei comparti in valuta in cui si è eventualmente investito.
In un modello bilanciato si rincorre solitamente l’obiettivo di rendimento di 2-2,5 punti oltre il tasso di inflazione, target che troppo spesso è una chimera per via di una molteplicità di fattori esogeni che influenzano il rendimento atteso delle attività prescelte per l’investimento.
Figura 3: Esempio di diversificazione di un portafoglio di investimenti finanziari su modello bilanciato. La quota di denaro contante e quella destinata alle materie prime ed ai preziosi sono le aree di interesse per l’investimento in distillati da collezione, poiché questi rientrano certamente nei beni preziosi ed inoltre, essendo beni fisici di proprietà dell’investitore che assicurano il valore, proteggono la stessa frazione destinata al “cash” dal deterioramento inflattivo, accrescendolo nel breve e medio termine più di qualsiasi altro asset.
Il modello di investimento più rischioso e, potenzialmente, più remunerativo è quello dinamico, in cui spesso sono presenti investimenti in prodotti finanziari più o meno complessi, come contratti derivati ed opzioni. Un investimento dinamico puro è solitamente intrapreso a scopi speculativi, sfruttando dunque una particolare tendenza momentanea del mercato per trarne il maggior profitto possibile in un lasso di tempo breve o brevissimo. Tale modello non è indicato per chi ha il fine di conservazione del capitale e di assicurarsi allo stesso tempo ritorni solidi e costanti, infatti esso rientra nella nicchia del trading finanziario, che è un mondo estremamente distante dal carattere dell’asset di cui The Spirits Club si occupa; tuttavia questo preambolo è opportuno per comprendere meglio come sia possibile che un asset come l’investimento in distillati da collezione, caratterizzato da ritorni medi del 30% annuo, possa avere, per giunta, la caratteristica conservativa tipica dei modelli cosiddetti prudenti.
Distillati da collezione: l’asset rifugio dai rendimenti a due cifre
Come abbiamo più volte ripetuto, non solo in questo articolo, ma anche in altri contributi al blog di The Spirits Club, i distillati da collezione rappresentano una eccezione nella regola del mercato: più rischi, più hai possibilità di guadagnare dall’investimento. Una bottiglia di distillato raro di interesse collezionistico ha, prima di tutto, la caratteristica di essere talmente sicura dal punto di vista della protezione del capitale investito, che viene considerata universalmente un “bene rifugio”.
Figura 4: se siete ancora scettici sul reale significato di distillato raro, ecco un esempio: Macallan The Horizon, nato dalla collaborazione della celebre distilleria con Bentley Motors, è stata rilasciata sul mercato ad un base retail price di USD 50.000, e ne è ignota la tiratura, cioè quanti pezzi in totale ne siano stati prodotti. E’ stimabile una crescita di valore di questa bottiglia nell’ordine del 300% nell’arco di pochi anni.
Cionondimeno, è pure riduttivo paragonarla all’oro fisico, in quanto il metallo prezioso è comunque influenzato da eventi geopolitici e crisi dei Paesi top-players dell’economia e della finanza mondiale, perché esso è sempre disponibile, laddove il whisky raro (ad esempio) ha come requisito che lo valorizza ed assicura l’aumento di prezzo proprio il fatto di essere “raro”, quindi prodotto in serie limitata o limitatissima, e per di più è caratterizzato dalla consumabilità, in quanto prodotto alcolico edibile, la qual cosa ridurrà ulteriormente nel tempo la quantità di bottiglie disponibili ed accrescerà inesorabilmente il valore delle bottiglie “superstiti” e dunque disponibili per l’acquisto.
La caccia alle bottiglie di distillati rari trascina con sé le quotazioni delle bottiglie di nuova immissione sul mercato sin dalla prima release, ma c’è comunque modo di acquistare a prezzi molto convenienti pezzi che assicurano nell’arco di pochi mesi ritorni impensabili, in alcuni casi persino raddoppiati rispetto al prezzo di acquisto.
Dicevamo della duplice valenza di bene da investimento, nonché di safe-haven asset delle bottiglie di distillati di pregio: questa coppia di caratteristiche è quasi sempre antitetica, nel mondo finanziario, questo perché uno strumento finanziario, in quanto asset intangibile, ha come sottostante una certificazione, che equivale ad una promessa di rendimento basata esclusivamente su aspettative e sull’analisi della performance passata di quel prodotto specifico: l’analisi tecnica fondamentale insegna, però, che dal passato non si può prevedere il futuro, fuorché, forse, poterne dedurre il comportamento dell’andamento dei prezzi di quel determinato prodotto.
Nel caso delle bottiglie di distillati da collezione, invece, possediamo fisicamente l’oggetto del nostro investimento: un capitale garantito dal bene oggetto di investimento, dunque, che si configura a tutti gli effetti come acquisto di un bene fisico raro. Ecco la chiave della eccezionale potenza remuneratoria dei distillati da collezione, rispetto a qualsiasi altro investimento in altri asset fisici e immateriali.
Perché investire con The Spirits Club?
La nostra expertise è individuare solo le etichette adatte alla finalità d’investimento e capaci di generare profitti al di sopra della media di mercato.
- Investimento in bottiglie rare e prestigiose a livello mondiale
- Elevata esperienza nella ricerca e reperibilità delle bottiglie
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